In questa sua nuova intervista lo scrittore e ristoratore parmigiano Luca Farinotti presenta il suo libro “Volevo solo nuotare”
Salve a tutti!
Questa sera torna una delle rubriche da voi più amate; quella delle “Interviste con l’autore” della nostra inviata dalle terre parmensi Isabella Grassi che nell’intervista di oggi incontra Luca Farinotti, una vecchia conoscenza di questo blog che ha ospitato, tempo fa, una sua precedente intervista, il quale, in questa occasione, presenta il proprio romanzo intitolato “Volevo solo nuotare“, edito da Artingenio Francesco Corsi.
Ma ora è il momento di cedere spazio e parola a Isabella Grassi e al suo graditissimo ospite.
INTERVISTA CON L’AUTORE.
Luca Farinotti
VOLEVO SOLO NUOTARE
(200.000 bracciate con Rachele Bruni)
ARTInGENIO per la collana “Italia sul podio” (2019)
Un libro insolito questo di Luca Farinotti, scrittore e ristoratore parmigiano.
Ho già avuto modo su queste stesso blog di parlarvi di lui e del suo #mondoristorante.
Anche in questa nuova avventura Luca affronta una narrazione diversa da quella cui il lettore medio è abituato, presentando come in un romanzo non tanto e non solo la campionessa sportiva Rachele Bruni, ma facendo vivere e appassionare alla tensione e alla speranza che tale scelta di vita comporta.
C’è una frase ricorrente nell’opera dell’allenatore di “Sbirulino” alias Rachele, che racchiude e al contempo permane di sé tutta la lettura ed è quella con la quale Fabrizio (alias “quello dal cappellino rosso”), descrive le “doti nascoste” di Rachele che, dopo aver speso parole e parole sulla tecnica, sulla empatia, sulla sua capacità di essere al posto giusto al momento giusto sono le seugenti: “Rachele è come un supereroe, è come se si trasformasse quando si mette il costume da gara”.
Dopo aver letto queste 17 parole l’immagine di Rachele, che fino a pochi istanti prima appariva nel costume da bagno in piscina con la cuffia e gli occhialini, lascia improvvisamente il posto ad un supereroe che per me, la cui adolescenza risale agli anni 80 fa pensare a Wonder Woman o alla Donna Invisibile piuttosto che Bat Girl, ma come il lettore scoprirà nella lettura per Rachele classe 1990 l’accostamento sarà diverso.
Rachele novella supereroe si trasfigurerà e la sua nuotata fatta da una serie di “frustate scomposte nell’acqua” diventano come per magia il volano per utilizzare al meglio le sue doti battagliere e le sue strategie per comparire improvvisamente al posto giusto.
Il lettore viene quindi completamente coinvolto e assiste da spettatore privilegiato allo sviluppo del piano di battaglia.
Rachele rappresenta, per usare le parole del libro, “una storia di superamento straordinario” e fa tenerezza leggere come Rachele evolva dall’essere “chìssene”.
Anche in questo ultimo libro Farinotti dimostra una capacità narrativa molto particolare riuscendo a rendere in forma di romanzo quello che in realtà è un susseguirsi di interviste. Non mancano poi alcuni tecnicismi quali l’utilizzo di figure retoriche come “qui neve cade su neve” o il più moderno utilizzo di hashtag come #volevosolonuotare che Luca ama e che discendono direttamente in parte dagli studi classici e in parte dal suo essere agganciato alla vita moderna,
Un’altra piccola chicca è la presenza nel libro di una ricetta di cui non vi svelo nulla e vi esorto a trovarla.
Chiudo questa mia breve dissertazione con alcune domande all’autore, che visto il momento che stiamo vivendo e la maggiore conoscenza sviluppata in questi due anni è purtroppo avvenuta via whatsapp e senza il bicchiere di vino del nostro primo incontro…
Cosa ti ha spinto ad affrontare la narrazione sportiva? Quanto lo sport ha fatto parte della tua vita?
“Volevo solo nuotare” è il primo libro di una collana dedicata agli atleti e, soprattutto, alle atlete che nei cosiddetti sport minori (olimpici) hanno reso grande l’Italia attraverso imprese eroiche. Sono appassionato di sport e sono uno sportivo ma, a prescindere da ciò, amo la narrativa sportiva da sempre. Ho alcuni modelli di riferimento come Osvaldo Soriano, per esempio. Il mio primo romanzo, tra l’altro (Lo stadio più bello del mondo del 2007) intreccia tratti di cronaca calcistica alla storia di quei ragazzini di campagna degli anni ottanta. La monografia su Rachele Bruni mi è stata commissionata in occasione del Premio Bancarella dello scorso anno. Mi sono stati proposti alcuni atleti e ho scelto lei senza indugio; la sua medaglia olimpica è stata epica e la sua storia umana è una favola permeata di magia.
Per raccogliere le informazioni che ti hanno permesso di scrivere l’opera hai seguito Rachele in vari allenamenti e ti ha accompagnato anche Marina, la tua compagna, che è stata partecipe di alcuni interventi. Come avete vissuto questa esperienza?
Sono stato con Rachele e con la nazionale olimpica di nuoto a novembre, durante la preparazione in altura, nella struttura di allenamento olimpico di Livigno. Un’esperienza indimenticabile, il contatto con atleti che, a fronte di un normale stipendio da impiegato, vivono tutto l’anno in clausura praticando un’abnegazione al proprio sport pari, se non superiore a quella che vediamo negli atleti delle discipline professionistiche
L’idea della ricetta nel libro, parlamene.
La ricetta è una costante perché Rachele è come Kung Fu Panda. Ha una ricetta per vincere che contiene un ingrediente segreto. Poi, essendo lei molto appassionata di cucina, la similitudine è venuta da sé. Qual è il suo ingrediente segreto? Lei stessa, che si specchia su una pergamena lucida in cui non è scritto nulla
Quale messaggio vuoi lasciare al lettore?
Al lettore voglio solo raccontare una bella storia e una persona normale che, nella sua disciplina, è un’eroina. Quindi il messaggio, forse semplice, è che tutti noi possiamo essere eroi in ciò che facciamo nella nostra quotidianità se ci mettiamo tutto di noi stessi
In ultimo vuoi parlare della candidatura al Premio Bancarella?
Sono felice per la candidatura. È un piccolo record: nessun autore è mai stato finalista prima in 2 categorie diverse del Bancarella.
Sono felice anche per Rachele perché è l’unico libro, a parte quello sul calcio, tra i finalisti, ad avere come protagonista una donna
Non mi resta che augurarvi come al solito una Buona lettura.